Il Magnificat, cantico della Vergine Maria, è una delle preghiere più elevate, sublimi ed ispirate dallo Spirito Santo. È l’exultet di Maria, la lode della serva, l’inno alla gioia messianica, il canto ai poveri, la memoria della misericordia. L’amore preferenziale di Dio per i poveri è iscritto nel canto della Vergine. Maria è imbevuta dello spirito dei poveri di YHWH, che ripongono solo in Dio la loro speranza. Ella annuncia la vicinanza del Messia evangelizzatore e liberatore.
La presenza di Maria è, dunque, più contenuta nella nostra carne che nelle nostre nicchie. Ne è icona per eccellenza il contenuto del Magnificat che si fa espressione dell’umanità profondamente umana della Vergine di Nazaret e radicalmente consegnata e donata all’azione divina. Donna non astratta dal genere umano e dal suo popolo, ma pienamente dentro la realtà antropologica e suo compendio. La vicenda di Maria è, dunque, filigrana di umane relazioni, coinvolgimento graduale nel “piano divino” per eccellenza. Papa Francesco interpreta e declina nel suo magistero il Dio dell’Alleanza che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote. Maria, per papa Francesco, appare come colei che è madre per i poveri, modello di umiltà, simbolo di liberazione e nello stesso tempo ci mostra la Chiesa che è chiamata ad essere mariana, solidale, samaritana e misericordiosa.